Nei giorni scorsi il Ministero della Salute ha disposto il ritiro immediato di alcuni lotti di acqua in bottiglia San Benedetto dagli scaffali per rischio chimico dovuto a “presenza consistente di contaminanti Idrocarburici”. Già, ma che cosa sono? Come spiega il Corriere Salute nel suo dizionario, si tratta di composti organici a base di carbonio e idrogeno diffusi in natura quali componenti di gas naturali, del petrolio e del catrame, e sono utilizzati soprattutto come combustibili, lubrificanti o anche come materie prime per l’industria chimica. Ingentissimi i danni che, come facilmente immaginabile, queste sostanze possono causare sia all’ambiente che alle persone che dovessero entrarvi in contatto o, peggio ancora, ingerirle. Tra questi vengono citati il potere cancerogeno, ma anche la depressione del sistema nervoso e l’irritazione di mucose e cute.
L’allarme risale allo scorso 11 giugno e riguarda l’acqua confezionata nelle bottiglie in PET da mezzo litro identificabili dal numero di lotto 23LB8137E (come comunicato dalla società e diversamente da quanto indicato nell’avviso del Ministero) e scadenza 16/11/2019 prodotte nello stabilimento di Via Statale 17 a Popoli (Pescara) (marchio di identificazione 033PE1045). Nel comunicato sono indicate diverse sostanze, tra cui xilene, etilbenzene, trimetilbenzene e toluene.
Si tratta solo dell’ultimo caso in cui un’azienda si è vista costretta a ritirare la propria acqua imbottigliata dagli scaffali di un supermercato. Per questo, come spieghiamo in questo articolo, l’acqua in bottiglia va scelta e consumata con la dovuta consapevolezza di ciò che potrebbe contenere. Considerando, costi, rischi per la salute e danni ambientali, siete davvero sicuri che ne valga la pena?
L’ACQUA E’ VITA.
L’ACQUA PURA, NOI INQUINATA!